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Notizie dell'azienda Lo studio espone il greenwashing negli imballaggi di plastica degradabile

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Lo studio espone il greenwashing negli imballaggi di plastica degradabile

2025-11-04

Con la crescente consapevolezza ambientale, i consumatori stanno diventando più cauti riguardo agli imballaggi dei prodotti. Gli imballaggi in plastica etichettati come "degradabili" sono spesso percepiti come una scelta più responsabile. Tuttavia, dietro questa etichetta apparentemente ecologica può nascondersi una "trappola verde" accuratamente studiata. Questo articolo mira a esaminare a fondo il concetto, i tipi, l'impatto ambientale e le alternative delle "plastiche degradabili" per aiutare i lettori a distinguere la verità dalla finzione e a fare scelte realmente vantaggiose per l'ambiente.

1. Classificazione della plastica: dalla plastica convenzionale alle bioplastiche

Per comprendere la natura delle "plastiche degradabili", dobbiamo prima classificare i materiali plastici. Le plastiche sono materiali polimerici composti principalmente da elementi di carbonio, idrogeno e ossigeno, che possono essere modellati in vari prodotti attraverso la polimerizzazione.

1.1 Plastiche convenzionali

Le plastiche convenzionali, note anche come plastiche derivate da combustibili fossili, derivano principalmente dal petrolio e dal gas naturale. Sono ampiamente utilizzate grazie al loro basso costo e alle eccellenti prestazioni. I tipi comuni includono:

  • Polietilene (PE): Utilizzato per sacchetti di plastica, film e contenitori.
  • Polipropilene (PP): Noto per la resistenza e la resistenza al calore, utilizzato negli imballaggi alimentari e nei dispositivi medici.
  • Cloruro di polivinile (PVC): Utilizzato in tubi, cavi e pavimenti.
  • Polietilene tereftalato (PET): Utilizzato per bottiglie per bevande e imballaggi alimentari.
  • Polistirene (PS): Utilizzato in plastiche espanso e stoviglie usa e getta.

Nonostante la loro versatilità, le plastiche convenzionali pongono importanti sfide ambientali, tra cui l'esaurimento delle risorse, l'inquinamento durante la produzione e l'accumulo a lungo termine in natura che causa "inquinamento bianco".

1.2 Bioplastiche

Bioplastiche è un termine ampio che comprende materiali che soddisfano uno o entrambi questi criteri:

  • Biobased: Derivato da biomassa come mais, canna da zucchero o cellulosa.
  • Biodegradabile: Può essere scomposto da microrganismi in sostanze naturali.

Le categorie includono plastiche biobased pure (non necessariamente biodegradabili), plastiche biodegradabili (non necessariamente biobased) e materiali che sono entrambi (come PLA e PHAs). Pur offrendo risorse rinnovabili e ridotte emissioni di carbonio, le bioplastiche devono affrontare sfide come costi più elevati, limitazioni delle prestazioni e requisiti di degradazione specifici.

2. La verità sulle "plastiche degradabili": plastiche oxo-degradabili

Le cosiddette "plastiche degradabili" sono essenzialmente plastiche convenzionali derivate da combustibili fossili (PE, PP, PET) con l'aggiunta di pro-ossidanti che accelerano la frammentazione sotto l'esposizione alla luce, al calore e all'ossigeno.

2.1 Il processo di oxo-degradazione

I sali metallici (come il cobalto o il manganese) innescano una reazione a catena che rompe i polimeri in frammenti più piccoli attraverso l'ossidazione. Tuttavia, questo crea semplicemente microplastiche (particelle inferiori a 5 mm) che persistono nell'ambiente, entrando potenzialmente nelle catene alimentari e causando danni ecologici.

2.2 Il problema del greenwashing

La commercializzazione di questi materiali spesso induce in errore i consumatori, facendogli credere che siano ecologici, quando in realtà aggravano l'inquinamento da microplastiche. Questa pratica, nota come greenwashing, ha portato ad azioni normative nell'UE, in Francia, in Italia e in alcune parti degli Stati Uniti.

3. Plastiche compostabili: uno standard più elevato

A differenza delle plastiche oxo-degradabili, le plastiche compostabili devono soddisfare rigorosi standard di certificazione per garantire la completa decomposizione in condizioni specifiche di compostaggio.

3.1 Tipi e standard di compostaggio

Il compostaggio industriale (che richiede temperatura, umidità e attività microbica controllate) differisce dal compostaggio domestico. Gli standard di certificazione includono:

  • EN13432 (Europa): 90% di decomposizione entro 12 settimane
  • ASTM D6400 (Nord America): 60% di decomposizione entro 180 giorni
  • AS 4736 (Australia): 90% di decomposizione entro 90 giorni
  • NF T-51 800 (Compostaggio domestico): 90% di decomposizione entro 12 mesi
3.2 Materiali realmente compostabili

Questi includono PLA (da amido vegetale), PHAs (prodotti di fermentazione batterica) e altri polimeri a base vegetale che soddisfano i requisiti di certificazione.

4. Fare scelte veramente sostenibili

I consumatori dovrebbero dare la priorità a:

  • Riduzione: Scegliere prodotti non confezionati o minimamente confezionati
  • Riutilizzabili: Optare per alternative in vetro, metallo o tessuto
  • Bioplastiche verificate: Cercare certificazioni "biobased" e "compostabili" legittime
  • Riciclaggio corretto: Garantire un'adeguata raccolta differenziata dei rifiuti
  • Considerazione del ciclo di vita: Valutare l'impatto ambientale completo dei prodotti
5. Conclusione

Le cosiddette "plastiche degradabili" spesso rappresentano false soluzioni, che potrebbero peggiorare l'inquinamento da microplastiche. I consumatori devono guardare oltre le affermazioni di marketing per comprendere i veri impatti ambientali dei materiali. Le soluzioni future potrebbero coinvolgere bioplastiche avanzate e tecnologie di riciclaggio migliorate, ma l'azione collettiva da parte di governi, aziende e individui rimane essenziale per affrontare efficacemente l'inquinamento da plastica.

6. Glossario
  • Biobased: Derivato da fonti biologiche
  • Biodegradabile: Capace di decomposizione microbica
  • Compostabile: Soddisfa specifici standard di decomposizione
  • Microplastiche: Particelle di plastica <5mm
  • Greenwashing: Affermazioni ambientali fuorvianti
  • Pro-ossidante: Additivo chimico per la frammentazione della plastica
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Lo studio espone il greenwashing negli imballaggi di plastica degradabile

2025-11-04

Con la crescente consapevolezza ambientale, i consumatori stanno diventando più cauti riguardo agli imballaggi dei prodotti. Gli imballaggi in plastica etichettati come "degradabili" sono spesso percepiti come una scelta più responsabile. Tuttavia, dietro questa etichetta apparentemente ecologica può nascondersi una "trappola verde" accuratamente studiata. Questo articolo mira a esaminare a fondo il concetto, i tipi, l'impatto ambientale e le alternative delle "plastiche degradabili" per aiutare i lettori a distinguere la verità dalla finzione e a fare scelte realmente vantaggiose per l'ambiente.

1. Classificazione della plastica: dalla plastica convenzionale alle bioplastiche

Per comprendere la natura delle "plastiche degradabili", dobbiamo prima classificare i materiali plastici. Le plastiche sono materiali polimerici composti principalmente da elementi di carbonio, idrogeno e ossigeno, che possono essere modellati in vari prodotti attraverso la polimerizzazione.

1.1 Plastiche convenzionali

Le plastiche convenzionali, note anche come plastiche derivate da combustibili fossili, derivano principalmente dal petrolio e dal gas naturale. Sono ampiamente utilizzate grazie al loro basso costo e alle eccellenti prestazioni. I tipi comuni includono:

  • Polietilene (PE): Utilizzato per sacchetti di plastica, film e contenitori.
  • Polipropilene (PP): Noto per la resistenza e la resistenza al calore, utilizzato negli imballaggi alimentari e nei dispositivi medici.
  • Cloruro di polivinile (PVC): Utilizzato in tubi, cavi e pavimenti.
  • Polietilene tereftalato (PET): Utilizzato per bottiglie per bevande e imballaggi alimentari.
  • Polistirene (PS): Utilizzato in plastiche espanso e stoviglie usa e getta.

Nonostante la loro versatilità, le plastiche convenzionali pongono importanti sfide ambientali, tra cui l'esaurimento delle risorse, l'inquinamento durante la produzione e l'accumulo a lungo termine in natura che causa "inquinamento bianco".

1.2 Bioplastiche

Bioplastiche è un termine ampio che comprende materiali che soddisfano uno o entrambi questi criteri:

  • Biobased: Derivato da biomassa come mais, canna da zucchero o cellulosa.
  • Biodegradabile: Può essere scomposto da microrganismi in sostanze naturali.

Le categorie includono plastiche biobased pure (non necessariamente biodegradabili), plastiche biodegradabili (non necessariamente biobased) e materiali che sono entrambi (come PLA e PHAs). Pur offrendo risorse rinnovabili e ridotte emissioni di carbonio, le bioplastiche devono affrontare sfide come costi più elevati, limitazioni delle prestazioni e requisiti di degradazione specifici.

2. La verità sulle "plastiche degradabili": plastiche oxo-degradabili

Le cosiddette "plastiche degradabili" sono essenzialmente plastiche convenzionali derivate da combustibili fossili (PE, PP, PET) con l'aggiunta di pro-ossidanti che accelerano la frammentazione sotto l'esposizione alla luce, al calore e all'ossigeno.

2.1 Il processo di oxo-degradazione

I sali metallici (come il cobalto o il manganese) innescano una reazione a catena che rompe i polimeri in frammenti più piccoli attraverso l'ossidazione. Tuttavia, questo crea semplicemente microplastiche (particelle inferiori a 5 mm) che persistono nell'ambiente, entrando potenzialmente nelle catene alimentari e causando danni ecologici.

2.2 Il problema del greenwashing

La commercializzazione di questi materiali spesso induce in errore i consumatori, facendogli credere che siano ecologici, quando in realtà aggravano l'inquinamento da microplastiche. Questa pratica, nota come greenwashing, ha portato ad azioni normative nell'UE, in Francia, in Italia e in alcune parti degli Stati Uniti.

3. Plastiche compostabili: uno standard più elevato

A differenza delle plastiche oxo-degradabili, le plastiche compostabili devono soddisfare rigorosi standard di certificazione per garantire la completa decomposizione in condizioni specifiche di compostaggio.

3.1 Tipi e standard di compostaggio

Il compostaggio industriale (che richiede temperatura, umidità e attività microbica controllate) differisce dal compostaggio domestico. Gli standard di certificazione includono:

  • EN13432 (Europa): 90% di decomposizione entro 12 settimane
  • ASTM D6400 (Nord America): 60% di decomposizione entro 180 giorni
  • AS 4736 (Australia): 90% di decomposizione entro 90 giorni
  • NF T-51 800 (Compostaggio domestico): 90% di decomposizione entro 12 mesi
3.2 Materiali realmente compostabili

Questi includono PLA (da amido vegetale), PHAs (prodotti di fermentazione batterica) e altri polimeri a base vegetale che soddisfano i requisiti di certificazione.

4. Fare scelte veramente sostenibili

I consumatori dovrebbero dare la priorità a:

  • Riduzione: Scegliere prodotti non confezionati o minimamente confezionati
  • Riutilizzabili: Optare per alternative in vetro, metallo o tessuto
  • Bioplastiche verificate: Cercare certificazioni "biobased" e "compostabili" legittime
  • Riciclaggio corretto: Garantire un'adeguata raccolta differenziata dei rifiuti
  • Considerazione del ciclo di vita: Valutare l'impatto ambientale completo dei prodotti
5. Conclusione

Le cosiddette "plastiche degradabili" spesso rappresentano false soluzioni, che potrebbero peggiorare l'inquinamento da microplastiche. I consumatori devono guardare oltre le affermazioni di marketing per comprendere i veri impatti ambientali dei materiali. Le soluzioni future potrebbero coinvolgere bioplastiche avanzate e tecnologie di riciclaggio migliorate, ma l'azione collettiva da parte di governi, aziende e individui rimane essenziale per affrontare efficacemente l'inquinamento da plastica.

6. Glossario
  • Biobased: Derivato da fonti biologiche
  • Biodegradabile: Capace di decomposizione microbica
  • Compostabile: Soddisfa specifici standard di decomposizione
  • Microplastiche: Particelle di plastica <5mm
  • Greenwashing: Affermazioni ambientali fuorvianti
  • Pro-ossidante: Additivo chimico per la frammentazione della plastica